
La vita sulla terra e il
mondo spirituale
Capitolo I
L'esistenza degli esseri
umani nel mondo fisico e nel mondo spirituale
1.4. Il rapporto fra
un istante e tutta una vita
Il vostro corpo vivente non
può raggiungere la perfezione se tutta la vostra esistenza non diventa una base
per assorbire il nutrimento. Questo è un fenomeno che avviene nel mondo
naturale. I momenti cruciali della vita non appaiono nel corso di un lungo periodo
di tempo ma in un solo istante.
Le persone che ignorano un
momento, perdono la possibilità di ottenere qualcosa di prezioso. Non possono
diventare delle persone grandi, né ereditare il trono e la corona di Dio. Così,
per un momento splendido e luminoso, state attenti ad ogni parola che
pronunciate, ad ogni azione che intraprendete, e persino ad ogni vostro
pensiero. Affrontate la vita e risolvete i problemi, convinti che i contenuti
della vostra vita quotidiana resteranno tutti dei fenomeni collegati al mondo.
Questo è l’unico modo in cui si determina la sfera della vittoria.
In questo senso il regno
della vittoria è determinato in un momento. È la stessa cosa per la sfera della
vittoria storica e della vittoria cosmica. Quelli che conoscono il valore
infinito di un momento splendido e luminoso e vivono di conseguenza possono
diventare dei grandi personaggi, persino dei santi o dei figli di Dio. In
questo modo, il punto di intersezione tra la vita e la morte si attraversa in
un solo istante. (31-217, 31.5.1970)
Oggi il problema è il nostro
atteggiamento. Certo, prima è necessario desiderare che venga il regno e che
sia fatta la volontà di Dio, ma la cosa più importante è come noi personalmente
possiamo unirci alla Sua volontà.
Se ad esempio prendiamo questa
ora, vediamo che il modo in cui la usiamo per unirci alla volontà di Dio è più
importante che desiderare la venuta del Suo Regno. Perciò, prima dobbiamo
creare degli ambienti come individui, famiglie, tribù e popoli che ci
permetteranno di ereditare la volontà di Dio, poi possiamo cercare di stabilire
un rapporto con il Regno di Dio. Allora, mettendo Dio al centro, come create un
rapporto con la volontà di Dio in questa ora - se vi è concessa un’ora - nella
dimensione della vostra vita quotidiana? Questo è un problema molto importante.
Se guardiamo la storia della
provvidenza di restaurazione, ci fu un periodo di quattromila anni che va dalla
famiglia di Adamo, alla famiglia di Noè, di Abramo e di Mosè fino alla famiglia
di Gesù. Tuttavia, quello che portò al loro fallimento non avvenne nel corso -
diciamo - di un anno. Nella famiglia di Adamo, la caduta di Adamo ed Eva non fu
qualcosa di programmato e messo in atto nel corso di un anno, di un decennio o
addirittura di diversi decenni. Il loro errore avvenne in un lampo, e se si
pensa a come quello sbaglio di un attimo si è perpetuato per un periodo di
tempo interminabile, possiamo capire com’è spaventoso e terribile
quell’istante.
Per l’errore di un momento,
tante persone che nel corso della storia avevano seguito la via della
rettitudine dovettero affrontare delle sofferenze incredibili, e tanti popoli
che non poterono seguire la volontà di Dio caddero nell’abisso della
distruzione. Tutto questo è all’origine di una tremenda offerta di indennizzo.
Comprendendo questo, una sola ora che di solito viviamo a cuor leggero diventa
tremenda; ma ancor di più dobbiamo sentire com’è terribile un minuto,
addirittura un secondo di un’ora che passa mentre l’orologio continua a
ticchettare. Persino il Regno dei Cieli eterno non esiste senza avere un
rapporto completo con il singolo momento.
L’eternità non inizia quando
moriamo, ma nel momento in cui conosciamo la volontà di Dio. Qui, se anche solo
per istante si crea un vuoto in relazione al tempo o si crea un abisso, l’eternità
sarà interrotta. Perciò, mentre percorrete la via della fede nel corso della
vostra vita, non procrastinate, rimandando le vostre responsabilità
provvidenziali da un anno all’altro, all’anno successivo, o dalla gioventù
all’età adulta e infine alla vecchiaia. Non possiamo vivere così. Le persone
con un modo di vita simile moriranno senza aver trascorso nemmeno un giorno
della loro vita unite alla volontà di Dio. Non possono andare nel Regno dei
Cieli.
Per quanto il paese in cui
risiedete possa essere buono, non potete andare nel Regno dei Cieli se non
riuscite a vivere neanche un giorno con uno standard vittorioso; non potete
entrare nel mondo dell’eternità se non siete riusciti a vivere nemmeno un anno
vittoriosamente. Perciò, se è importante che i credenti sognino l’eternità, è
ancora più importante in che modo sradicano effettivamente il male e diventano
gli ambasciatori del bene. Questa è la cosa più fondamentale.
Da questo punto di vista,
l’istante di smarrimento di Adamo generò milioni di anni di angoscia. Era nella
famiglia di Adamo che Caino e Abele avrebbero dovuto dissolvere l’angoscia dei
loro genitori, abbattere i muri che esistevano fra fratelli e dare origine a
una famiglia, ma anche l’assassinio di Abele, che era stato posto come rappresentante
della provvidenza di restaurazione, avvenne in un istante.
Nel corso dei 120 anni
durante i quali Noè lavorò faticosamente per costruire l’arca, in un unico
breve momento Dio diede l’ordine: «Il giorno per realizzare il Mio desiderio è
arrivato: salite tutti a bordo!» Quelli che seguirono quell’ordine poterono
ricevere le benedizioni del Dio eterno, mentre quelli che non lo fecero
rimasero sepolti nella sfera del giudizio eterno.
Anche per Abramo fu la
stessa cosa: la promessa di Dio che i suoi discendenti sarebbero stati
«numerosi come le stelle del cielo e la sabbia sul lido del mare» (Genesi
22:17) gli fu data in un battibaleno. Per fare l’offerta propiziatoria Abramo
non aveva bisogno di decenni ma del semplice lavoro di un giorno. Il tempo che
gli ci volle per tagliare le offerte e metterle sull’altare non fu più di
un’ora, eppure quell’unica ora portava storicamente i semi di tutta la vita e
la morte, la maledizione e la benedizione.
Oggi, quello che i credenti
devono temere non è l’avvento del giudizio negli Ultimi Giorni ma il
problema di come armonizzeranno le loro attività quotidiane e affronteranno i
momenti cruciali della vita secondo la volontà di Dio. (37-217, 27.12.1970)
1.5. L’infanzia e i
tre stadi ordinati del periodo di crescita
In che modo Dio creò Adamo
ed Eva? Se usò la terra, che tipo di terra era? Da dove cominciò? Da quale
punto ebbero inizio le vite di Adamo ed Eva? Non possiamo pensare che Dio li
creò adulti, ma piuttosto come neonati. Senza il concetto che Dio si comportò come
una donna incinta che mise al mondo un bambino, lo nutrì e lo allevò, non
possiamo spiegare in modo logico la formazione di tutta l’esistenza attraverso
tre stadi ordinati di crescita. È logico che Adamo ed Eva siano passati
attraverso l’infanzia prima di entrare nello stadio di crescita e di
completezza. Questa è la legge celeste.
Come fu l’infanzia di Adamo
ed Eva? Dobbiamo partire dall’idea che il Dio invisibile allevò un bambino che,
avendo avuto inizio nel mondo spirituale, poteva vivere una vita nella
dimensione fisica. (225-198, 20.1.1992)
1.6. Il corso della
nostra vita
Poiché la società, la
nazione e il mondo in cui viviamo sono lontani dall’ideale, si sviluppano tutti
i tipi di sofferenze, e il bene e il male perseguono scopi opposti.
Se prendessimo a caso cento
persone, verrebbe fuori che tutti, al cento per cento, fanno a gomitate fra
loro, e ognuno lotta per se stesso, per far fronte alle esigenze degli affari
mondani nella sua particolare situazione.
Perciò nella nostra vita
quotidiana, a tutti noi manca la certezza di poter completare il lavoro della
giornata che abbiamo programmato al mattino. Più la portata delle nostre
attività è grande, più abbiamo bisogno di spinta e di determinazione per
portare un risultato vittorioso nella nostra vita quotidiana. Mancando questo,
quel giorno non può essere vittorioso. Giornate così si trasformano in mesi e i
mesi si trasformano in anni.
Ci mancano anche gli
ambienti favorevoli per realizzare i nostri obiettivi mensili. Per concludere
un mese con successo, abbiamo bisogno della spinta e della determinazione
necessaria per arrivare a un punto di svolta affrontando sia le difficoltà che
le situazioni particolari di quel mese. Senza questo non possiamo concludere
vittoriosamente le nostre attività del mese.
Per superare un anno con
successo occorre essere muniti di uno spirito combattivo o di una forza motrice
che può vincere tutte le sfide di ognuno dei suoi 365 giorni. Allora possiamo
celebrare quell’anno con successo. Se viviamo un anno così, e continuiamo con
questo spirito, gli anni diventeranno dieci, poi venti, poi trenta, e alla fine
diventerà il corso della nostra vita. (31-30, 12.4.1970)
Oggi le persone che vivono
sulla terra non possono sfuggire alle limitazioni del tempo. È stato così nel
corso di tutta la storia. Gli individui, le famiglie, le tribù, i popoli, le
nazioni e il mondo si muovono tutti entro la dimensione temporale.
Dovunque ci sono delle
persone, c’è sempre una meta da raggiungere. Dobbiamo focalizzarci su quella
meta per dieci, venti, trenta, settanta anni, insomma per tutta la nostra vita.
Più grande è il nostro obiettivo, più forte dev’essere il nostro impegno interiore.
Se per un certo periodo di tempo non manteniamo la nostra determinazione
interiore per raggiungere l’obiettivo, quella meta sarà irraggiungibile.
(31-149, 24.5.1970)
Nel corso dei 120 anni durante i quali Noè lavorò faticosamente per costruire l’arca, in un unico breve momento Dio diede l’ordine: «Il giorno per realizzare il Mio desiderio è arrivato: salite tutti a bordo!» Quelli che seguirono quell’ordine poterono ricevere le benedizioni del Dio eterno, mentre quelli che non lo fecero rimasero sepolti nella sfera del giudizio eterno.
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