Libro 7
Capitolo III
Sezione 3. L’atteggiamento
dei responsabili della chiesa
3.1. I responsabili della
chiesa devono praticare una vita pubblica
Una persona che guida più di
mille persone è stata valutata e approvata dal mondo spirituale. (18-223,
9.6.1967)
Non si diventa una persona
responsabile avendo troppa fiducia in se stessi. Neanche io ho mai pensato di
essere sicuro di me stesso. Ho capito che prima di amare me stesso, dovevo
amare Dio e amare colui che Dio stava cercando. Il mio impegno era come
possedere questo tipo di cuore. Se ho quel cuore, non c’è nulla di impossibile.
Dovete avere un cuore capace di rendere più felici gli altri e di consolare chi
è nel dolore. (70-170, 9.2.1974)
Un vero pastore non dice di
essere il vero pastore. Abbraccia sempre tranquillamente nel suo cuore la
volontà di Dio e l’intero universo e parte; non cerca delle scuse. (3-210,
1.11.1957)
Dopo aver lavorato duramente
per lo scopo pubblico, potreste addormentarvi senza rendervi conto di quanto
siete stanchi, eppure al mattino risvegliarvi totalmente rinfrescati. Da
un’esperienza del genere capite: «Ah, questa è la vita basata sui principi!» Ma
se pensate: «La notte scorsa ho dormito solo tre ore e mezza, perciò dovrei
dormire almeno sei ore», vi sembrerà che tutto il vostro corpo pesi mille o
addirittura diecimila chili, e sentirete dolori dappertutto. Ecco perché vi
dico di non avere questi pensieri. (44-160, 6.5.1971)
Il leader non deve essere il
primo a coricarsi, non importa quanto possa essere stanco. Deve coricarsi solo
dopo che si sono coricati tutti gli altri. Deve essere l’ultimo a finire di
pregare. Persino nella sua vita di fede, deve offrire devozione senza cibo,
vestiti e casa; questa è la posizione del leader. Se sa vivere in questo modo
non perirà. (33-169, 11.8.1970)
Io resto senza parole
davanti a una persona piena di devozione. Come leader della Chiesa
dell’Unificazione, quando fra due persone penso a chi è la migliore, non
considero la loro bellezza, ma guardo piuttosto la direzione della loro mente.
In altre parole, vedo se hanno una mente pubblica o privata. (31-260, 4.6.1970)
Persino quando fate il primo
passo alla mattina, dovete pensare se è per lo scopo pubblico oppure no. E
quando andate a letto, dopo aver finito il vostro lavoro quotidiano, dovete
riflettere se la vostra giornata è stata spesa per lo scopo pubblico o
personale. Inoltre, riandando col pensiero agli ultimi 12 mesi della vostra
vita o a tutta la vostra vita passata, dovete riflettere se avete condotto una
vita pubblica o privata. (39-76, 9.1.1971)
La persona che è in una
posizione pubblica merita compassione. Cosa succede se, pur facendo del suo
meglio, commette un errore nel seguire la Volontà di Dio e migliaia di anni di
meriti vanno a finire male? Vive con un cuore così serio. (46-55, 18.7.1971)
Non possiamo andare alla
deriva, col passare dei giorni e dei mesi. Se non ci concentriamo a prepararci
per il progresso del nuovo giorno, diventeremo preda degli avvoltoi nel
deserto. (135-279, 15.12.1985)
Siamo dei pionieri storici.
Il pioniere deve farsi strada in mezzo alle difficoltà dell’ambiente
circostante e andare avanti preparandosi verso un domani di speranza. (La via
della guida spirituale - 63)
Una volta che prendete
responsabilità, la prima cosa da fare è combattere e lottare. Dovete affrontare
una lotta tra la vita e la morte. In quella battaglia dovete porre la base di
portare almeno tre persone che vi sono ostili a sottomettersi in modo naturale
durante la vostra vita. (14-13, 19.4.1964)
Prima dovete avere la
conoscenza ideologica, poi la fede che funzionerà. Se i vostri pensieri e la
vostra fede non raggiungono un certo livello, non potete reclamarne il possesso
ed essi possono essere facilmente portati via da qualcun altro. La base che io
ho realizzato e consolidato, e il terreno che ha radici che sono piantate
fermamente, non potranno mai essere portati via, se non esercitando una forza e
una fede più grande di loro. (19-39, 24.12.1967)
Che tipo di cuore dovete
avere prima di assumervi una responsabilità? Dovete avere la determinazione di
dare in cambio la vostra vita se non potete realizzare la responsabilità. In
questo caso emergerà una soluzione che risolve l’essenza del problema. (19-142,
1.1.1968)
Quando potete dire: «Io ho
fatto tutto quello che avrei potuto fare come essere umano. Giorno e notte ho
offerto tutto il mio cuore e un’assoluta dedizione», e Dio può vedere che ve ne
andate dopo aver fatto tutto quello che potevate fare anche se non avete potuto
completare la vostra missione, allora Dio vi compenserà al di là dei vostri
sforzi. Dovete sapere queste cose. (56-33, 10.5.1972)
Il responsabile di una
chiesa è come il sommo sacerdote di quella regione. Dovete pregare per le
persone anche se rinunciate al sonno. Poiché dovete fare delle offerte per
salvare la gente, dovete mettere tutta la vostra devozione. Nell’offerta, il
sommo sacerdote e Dio devono unirsi affinché ci possa essere una risposta.
(9-80, 12.4.1960)
Chi si deve assumere
l’incarico del servizio religioso? Deve farlo il sommo sacerdote. Non è giusto
che un ospite prenda la responsabilità del servizio. Per questa ragione se non
prendete sul serio una riunione ufficiale non potete prosperare. (17-293,
15.2.1967)
È la legge del cielo che i
partecipanti si inchinino di fronte alle offerte. Dio scende su quell’altare e
interviene. Dio vi aiuterà solo quando offrite tutta la vostra passione, la
vostra forza e il vostro impegno, e parlate con una sincerità più grande di
quella che avete mai dimostrato nella vostra vita. (60-347, 18.8.1972)
Le offerte devono essere
fatte con un cuore serio e con dedizione. È possibile dare delle benedizioni a
quelli che vanno nella tomba dopo aver trascorso una vita di agi, cibo
abbondante, balli e risate? Sulla tomba di queste persone crescerà solo l’erba.
Ma sulle tombe di quelli che sono morti versando sangue per la nazione,
sbocceranno dei fiori finché quella nazione rimane. (46-347, 17.8.1971)
Non è facile essere il
maestro della Chiesa dell’Unificazione. È estremamente difficile. È la stessa
sensazione che indossare una divisa da prigioniero e camminare verso la stanza
dell’esecuzione; eppure io sto percorrendo questa strada. Probabilmente voi non
lo capite, perché non avete mai trascorso del tempo in prigione.
Io vivo in una casa lussuosa
ma non ne ho bisogno. Mi sono allenato a vivere in un tugurio. Posso benissimo
vivere anche lì. Mi sono allenato a diventare l’operaio migliore; posso
togliermi la giacca e lavorare in un cantiere edile. Se nella prigione c’era
qualcuno che Dio amava, allora io allenavo il mio cuore a tenermelo stretto, a
dominare completamente l’ambiente e a diventare l’amico con cui questa persona
poteva versare lacrime. (85-43, 2.3.1976)
Non si diventa una persona responsabile avendo troppa fiducia in se stessi. Neanche io ho mai pensato di essere sicuro di me stesso. Ho capito che prima di amare me stesso, dovevo amare Dio e amare colui che Dio stava cercando. Il mio impegno era come possedere questo tipo di cuore. Se ho quel cuore, non c’è nulla di impossibile. Dovete avere un cuore capace di rendere più felici gli altri e di consolare chi è nel dolore. (70-170, 9.2.1974)
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