sabato 21 marzo 2020

I problemi della vita sono stati un labirinto

Libro 10

La via nell’era del Completo Testamento

Capitolo I

La visione della vita umana

Sezione 1. Che cos’è la vita?

Sezione 1.1. I problemi della vita sono stati un labirinto

Perché nasciamo, perché dobbiamo vivere e dove dobbiamo andare? Non dovete pensare di essere stati voi a determinare la vostra nascita. Le persone vengono al mondo senza conoscere l’origine e lo scopo della loro nascita; ignorano la motivazione e lo scopo della loro esistenza.

La nascita, la vita e la morte non derivano delle nostre intenzioni. Allora di che cosa dobbiamo essere orgogliosi? Noi non abbiamo nessun controllo sulla nostra nascita, siamo dei semplici custodi in questa vita e non possiamo evitare la morte. Così, qualunque tentativo di lodare noi stessi o di indulgere nell’orgoglio è deplorevole. Una volta nati, siamo destinati a morire e ad andare nell’altro mondo. (7-178, 6.9.1959)

Fino ad oggi, nel corso della storia, la filosofia si è affannata a risolvere i problemi della vita umana. Sono emersi tanti filosofi che si sono dati da fare per proporre ogni genere di teorie sul vero valore dell’uomo e la perfezione, e per avere successo in modo da poter essere fieri davanti all’intero l’universo. Oggi, tuttavia, vediamo che tutte le ideologie e le affermazioni che hanno condotto a proporre dei nuovi sistemi ideologici sono state sperimentate nella pratica dalla società umana, ma si sono rivelate dei fallimenti; nessuna è andata a buon fine. (141-125, 20.2.1986)

Perché le persone vivono con leggerezza, detestando la morte, eppure nella mente hanno tante domande come: «Perché vivo? Qual è l’origine della mia vita?» Le risposte a queste domande non si possono trovare nei libri scritti dai filosofi perché lo scopo della filosofia consiste nel cercare e aprire la strada che porta verso Dio. Allora che cos’è la religione? La vita religiosa inizia imparando a conoscere Dio per vivere insieme a Lui. (186-12, 24.1.1989)

Qual è lo scopo della nostra vita? Dovreste riflettere ancora una volta su questa domanda. Dal momento che noi non siamo la causa, ne deriva che lo scopo non si trova soltanto in noi. Nessuno sarebbe contrario all’idea di essere felice nella vita, nessuno rifiuterebbe una vita agiata. Eppure nessuno di noi è libero di vivere come vuole, anche se tutti desiderano essere fieri di se stessi, vivere liberamente rispettando la propria volontà ed essere ricordati di conseguenza. Questi elementi contrastanti si possono trovare tutti dentro il nostro cuore. (7-178, 6.9.1959)

Supponiamo che viviate fino ad ottanta anni. Se togliete le ore che spendete per dormire vi rimangono circa cinquant’anni di vita. Potete dire che siete vivi quando dormite? Quando dormite siete come morti, perché non siete coscienti. Dormire è come essere morti tutto il tempo. Le ore che trascorrete ogni giorno a lavorare per guadagnare da vivere sono circa la metà delle ventiquattro ore della giornata. Ora, togliete il tempo che passate a mangiare. Dal tempo che rimane sottraete il tempo che spendete per fare delle visite, per andare alle feste degli amici, per festeggiare il 60° compleanno degli anziani del villaggio, per partecipare alle veglie funebri e ai funerali, o le ore che trascorrete a letto ammalati. In breve, se doveste escludere tutti i giorni che perdete per una qualunque ragione, non potete dire di aver vissuto veramente molto. Non sarà neanche la metà della vostra vita. Secondo un calcolo che ho fatto recentemente, è venuto fuori che sono più o meno sette anni. E anche così, di questi sette anni, quanti giorni potreste dire di avere vissuto veramente? (49-336, 24.10.1971)

La vita passa molto in fretta. Dopo aver raggiunto la maturità ed esservi fatti un’idea delle vicende del mondo, facendo cose di qua e di là, vi troverete a superare la soglia dei quarant’anni e subito dopo quella dei cinquanta. Dieci anni voleranno in un batter d’occhio e in quelli che sembrano solo pochi secondi avrete sessant’anni. Poi raggiungerete presto i settanta, ma solo per un minuto prima di invecchiare ancora. Pensando a questo, il detto: «La vita non è che un sogno fugace», non è mai parso così vero. (188-38, 16.2.1989)

La fortuna di una persona si allunga e si accorcia come un elastico. Se qualcuno che è nato con una fortuna che ha il valore di 100 ne spende 120 nel corso della sua vita, i suoi discendenti periranno. Se ne spende solo 80, può lasciare i restanti 20 come benedizione ai suoi discendenti. (78-332, 10.6.1975)

Potete cambiare la vostra fortuna ma non il destino che avete ereditato. Potete cambiare la vostra patria? Potete cambiare i vostri genitori? Per quanto la sovranità e i costumi di una nazione possano essere forti, questo non potrà mai cambiare il fatto che siete nati come il figlio o la figlia dei vostri genitori. Come si può vedere, anche la via della restaurazione è una strada stabilita dal destino. (172-55, 7.1.1988)

Quando fate una partenza sbagliata, andate a finire in un posto del tutto inaspettato. Per questo, quando una nave salpa verso il grande oceano, deve tracciare il suo itinerario sulla mappa e seguire la bussola dal momento in cui parte dal porto. Allora, qual è il porto di partenza della vita umana? Le persone non lo sanno. Dove possiamo trovare la direzione e la bussola che ci guida per raggiungere la nostra destinazione nel mondo dell’al di là? Le persone non sono riuscite a trovarle e così sono andate vagando avanti e indietro. Per quanto ci provino, non riescono a superare le loro limitazioni umane. (172-28, 3.1.1988)

1.2. Qual è il nostro destino?

Dove andremo dopo questa vita? Bisogna risolvere questa domanda importante. Nel corso della storia le religioni e le filosofie sono sorte per far questo. Perciò non potete negare di essere anche voi imprigionati e travolti da questo destino.

Dal momento che è sempre così, dove cercano di andare la nostra mente e il nostro corpo? Dove cercano di andare i nostri cuori, i nostri desideri, le nostre speranze e nostri ideali? A cosa tende la nostra vita? Anche se non possiamo rispondere a queste domande, alla fine siamo comunque destinati a morire. Quando moriremo il nostro corpo sarà sepolto nella terra. Allora, nel giorno in cui i nostri corpi saranno sepolti, la nostra mente, il nostro cuore, i nostri ideali e persino le nostre speranze saranno sepolti insieme a loro? Scompariranno? Se non avete dei contenuti validi, delle soluzioni e una visione ben precisa, diventerete inevitabilmente delle persone infelici. (8-194, 20.12.1959)

Le cicale, per diventare adulte, devono prima nascere dalle uova e poi passare attraverso lo stadio di verme o stadio larvale. Mentre sono in quello stadio vivono sott’acqua o sottoterra, ma quello non è lo stadio finale del loro ciclo di vita. Il loro destino finale è volare nell’aria. Prima di poterlo fare, tuttavia, hanno bisogno di fare de i preparativi mentre sono sottoterra o sott’acqua, e questi preparativi sono indispensabili.

Per passare dallo stadio larvale allo stadio adulto, devono fare dei preparativi minuziosi per volare mentre sono nello stadio precedente. Per passare da uno stadio all’altro, devono prima liberarsi del loro involucro, la barriera finale che precede il loro stadio di maturità, e mutare in insetti adulti. Mentre vivono nell’acqua come ninfe, hanno bisogno di essere grosse e piatte, per galleggiare con facilità, ma quando sono diventate adulte e devono volare nell’aria, mantenere questa forma non andrebbe bene. Così devono subire una metamorfosi completa e adattarsi in modo adeguato. (120-222, 17.10.1982)

Per quale ragione nasciamo? Quale deve essere l’obiettivo della nostra vita e a che scopo moriamo? Queste domande non potranno mai avere una risposta senza Dio. Senza di Lui non possiamo trovare il vero scopo della nostra vita. Quelli che non hanno uno scopo non possono né raccogliere il frutto del loro lavoro, né vedere riconosciuto il loro valore. Un palazzo è costruito secondo il disegno dell’architetto. Senza fare riferimento al progetto originale non può diventare quello che era stato originariamente concepito nel disegno. (21-100, 17.11.1968)

L’arrivo dell’autunno preannuncia la venuta dell’inverno. Solo quelli che hanno vitalità possono superare il corso dell’inverno. Le cose che non hanno vitalità non possono far altro che ritirarsi. Perciò è necessario che sia infusa in loro una nuova vita prima che arrivi l’inverno. Abbiamo bisogno di un nuovo principio e di un nuovo pensiero basati su un nuovo amore ed una nuova visione della vita, del mondo e dell’universo. Senza queste cose non possiamo sopravvivere ai rigori dell’inverno. Il corso è arduo, ma una volta che avrete acquisito la vitalità per superare l’inverno, la primavera si avvicinerà ad ogni giorno che passa. I giorni miti della primavera arriveranno presto. Questa è la strada percorsa dalla Chiesa dell’Unificazione. (35-68, 3.10.1970)


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