Libro 5
La Vita sulla Terra e il
Mondo Spirituale
Capitolo II
La morte e il mondo
spirituale
Sezione 1. Il corso
inevitabile della nostra vita
1.1. Il corpo è lontano dalla vita eterna
Anche la terra si muove e
respira. E respirano anche le vostre cellule. Volete vivere eternamente sulla
terra o volete vivere eternamente in un luogo che è l’incarnazione dell’amore
invisibile? Dovete vivere eternamente in un mondo che è l’incarnazione
dell’amore invisibile. Persino quando Dio vuole rivelare Se stesso, non Lo
potete vedere con il vostro corpo fisico. Ecco perché avete bisogno di un sé
spirituale.
Dio è il centro dello
spirito invisibile. Per questo vuole dare agli esseri umani, che sono i Suoi
partner, tutto ciò che appartiene al regno dell’ideale che Lui ha creato.
(111-111, 1.2.1981)
1.2. Come vive la maggioranza della gente
Che ne siamo consapevoli o
meno, siamo diretti verso una certa destinazione, sia che lavoriamo o che ci
riposiamo. E non solo noi, ma anche questa nazione, il mondo e persino il cielo
e la terra sono diretti là. È un fatto innegabile. Dove andrete dopo questa
vita? Questa è una domanda importante che l’umanità deve risolvere. Nel corso
della storia le religioni e le filosofie sono sorte per questo. Perciò non
potete negare di essere intrappolati e travolti anche voi da questo destino.
Se è sempre così, dove
cercano di andare i nostri corpi e le nostre menti? A cosa tende la nostra vita
e dove cerca di andare il nostro cuore? I nostri desideri, le nostre speranze,
i nostri ideali dove stanno cercando di andare? Anche se non possiamo risolvere
questa domanda, siamo comunque destinati ad andare.
Questo corpo conoscerà la
sua fine quando verrà sepolto nella terra il giorno in cui moriremo. Se è così,
il giorno in cui il corpo sarà sepolto, questa mente, questa vita, questo
cuore, questo ideale e persino questa speranza saranno sepolti insieme a lui?
Per rispondere a questa domanda dobbiamo presentare delle idee dettagliate,
delle soluzioni ed una prospettiva chiara e utile.
I santi, i saggi e numerosi
fondatori di religioni nel corso della loro vita si sono fermati, hanno
interrotto i pensieri e le preoccupazioni del loro cuore e si sono chiesti dove
stavano andando, lottando per rispondere a questa domanda. Si sono prefissi di
risolvere questo problema, ma fino ad oggi nessuno ha potuto dire con fiducia:
«Il mio corpo è andato nel tal posto. La mia mente, il mio cuore, la mia vita e
i miei ideali si sono affrettati ad andare lì; perciò tutti gli esseri del
cielo e della terra devono andare in quel luogo». (8-194, 20.12.1959)
Le persone di fede sperano
nella fine di questo mondo caduto che ha avuto origine da dei desideri
egoistici. Nel corso dei millenni le religioni hanno aspettato ansiosamente un
mondo pubblico, un unico mondo di unità e di pace.
Ma come devono vivere le
persone religiose? Devono abbreviare questo corso storico e collegarlo al mondo
e al cosmo. La vita, dopo aver realizzato questo, è molto più interessante che
i piaceri della vita coniugale. Una famiglia così è una famiglia liberata, e
non può far altro che diventare una famiglia assoluta.
Camminando per le strade del
quartiere di Myung Dong a Seul, vedete delle giovani coppie che si abbracciano.
Per chi lo fanno? Dicono che lo fanno per godersi la loro gioventù, che viene
soltanto una volta. Va bene. Ma chi è il proprietario di quel piacere? È una
questione seria. Per quanto tempo vi potete godere la vita? Lo fate a partire
dai vent’anni, ma non durerà dopo che avrete superato i sessanta, i settanta e
gli ottanta anni.
La via della Chiesa
dell’Unificazione è diversa. A che scopo mangiamo? Per amore del mondo e per
eliminare questo mondo di male. Guardiamo le cose per purificare questo mondo
malvagio, non per andare dalla parte del male, ma per sconfiggerlo. Il modo in cui noi ascoltiamo, pensiamo, camminiamo e agiamo è diverso da quello del mondo
profano. (36-71, 15.11.1970)
Dio non sarebbe l’Essere
assoluto se avesse creato le persone per vivere solo pochi giorni e poi morire.
Le ha create come degli esseri preziosi che vuole continuare a vedere e a godere
per l’eternità.
Sappiamo che noi siamo gli
oggetti da cui Dio può ricevere gioia. Poiché Dio è eterno, anche noi dobbiamo
essere eterni. Il Dio eterno ha un rapporto con un mondo eterno. Tuttavia ci
sono tante persone che hanno vissuto pensando: «Ho raggiunto l’età di ottanta
anni. Questo mi basta, e quando morirò sarà finito tutto». Nel corso della
storia, tuttavia, ci sono state delle persone che si sono poste il problema
dell’immortalità. Si sono chieste se esisteva un modo per vivere eternamente
senza morire. Più si aggrappavano a questo ideale, più riflettevano e si
chiedevano: «Qual è il significato della vita? Perché le persone nascono e poi
se ne vanno via come viandanti?» e concludevano: «La vita è sofferenza» o «La
vita si dilegua come la rugiada sull’erba». Ma se avessero potuto vivere per
sempre non ci sarebbe stato bisogno di preoccuparsi così. (39-228, 15.1.1971)
1.3. La morte è inevitabile
Un giorno andremo nel mondo
spirituale, su questo non c’è dubbio. Le persone che visitano la Corea atterrano
all’aeroporto di Gimpo, ma questo non significa che hanno visitato tutta la
Corea. Dall’aeroporto di Gimpo dove andiamo? Andiamo nella Provincia di Jeolla
Sud o nella Provincia di Gyeong Sang Sud, o nella Provincia di Pyeong-an. Poi
dove andiamo? In una contea. E da lì? In un distretto. E poi cosa viene? Un
villaggio. Da lì dobbiamo andare in un quartiere. Non è facile. Se le persone
non sanno determinare il luogo in cui abitano, che valore ha il successo nella
vita sociale? Questo è un problema.
Se Dio mi chiama per andare
nel mondo spirituale, anche domani sera, non importa quanto oggi io possa avere
successo, non mi resta che andare. Anche se protesto con tutte le mie forze,
devo andare. Andrò protestando a gran voce, ma solamente dopo aver detto le
parole giuste. Devo mostrare la via che la nazione e il mondo devono seguire.
Se non riuscirò a farlo, sarà la mia morte. (177-41, 15.5.1988)
1.4. La vita appartiene a Dio
Chi è l’origine della vita?
Non sono io. Sia l’origine che lo scopo della vita mi devono trascendere. La
mia vita non ha avuto origine dai miei genitori, dalla società, da un popolo o
da una nazione, ma dal Dio trascendente e assoluto. Il motivo deve essere
fermamente collegato alla causa trascendente che è in posizione assoluta. Non deve
essere collegato a dei fattori relativi, storici, ambientali o sociali. Solo
quando collegate la vostra origine alla causa trascendente, allo scopo
trascendente, potete liberarvi, fare un salto e andare oltre. Dovete legare la
vostra vita alla causa trascendente; non comincia da voi stessi; è iniziata dal
Dio assoluto. Quando vi collegate al motivo trascendente, anche se morirete,
sarà in un processo trascendente per la volontà di Dio. (36-63, 15.11.1970)
La vita delle persone non
dura secoli o millenni. Tutti moriamo più o meno nel giro di un secolo. Se tra
i nostri numerosi antenati, che sono morti in tempi diversi nel corso di
innumerevoli ere storiche, ci fosse stato qualcuno motivato da uno spirito
pubblico, che riscuote l’approvazione universale, avrebbe lasciato un’eredità
che sarebbe durata un millennio, anche se fosse vissuto meno di un secolo.
Invece sono tutti vissuti in modo egoistico, e sono morti portando ogni cosa
alla rovina.
Un modo di vita del genere
causa dei problemi. E qual è il problema più grande? È come sostituire un
sistema di giudizio e di orientamento egocentrico con un sistema che è al
servizio di uno scopo più alto; come riuscire a spostare l’accento dall’egoismo
a ciò che può portare beneficio all’insieme. Perciò dobbiamo invertire la
tendenza all’individualismo e all’interesse personale, e per far questo
occorrono delle risorse e degli sforzi.
Se aveste addosso l’unico
cambio di vestiti che possedete, lottereste con le unghie e con i denti per
impedire a chiunque di strapparvelo. Supponiamo che abbiate degli abiti per
ognuna delle quattro stagioni. Se è primavera, e le persone sono vestite con
abiti invernali, portate loro degli abiti per la primavera e dite: «Quelli sono
vestiti da inverno. Togliteli!» Se poi in estate altre persone portano degli
abiti primaverili, portate loro degli abiti estivi e dite loro di cambiarsi.
Quelle persone non si erano accorte della necessità, ignoravano l’esistenza di
un’alternativa di valore più grande. (200-90, 24.2.1990).
Sulla terra abbiamo i
genitori, gli insegnanti e i parenti. Sulla terra abbiamo dei modi per
stabilire queste relazioni, ma nel mondo spirituale no. Nel mondo spirituale
tutti vivono con uno spirito pubblico, centrato su Dio. Tutte le posizioni sono
distinte. Così quelli che sono sopra non possono scendere facilmente sotto. In
origine saremmo dovuti andare nel mondo spirituale solo dopo aver realizzato la
nostra perfezione sulla terra. Una volta entrati nell’altro mondo, è finita.
Comunque non c’è dubbio che moriremo.
Il corso della nostra vita è
troppo breve. La vita è troppo breve. Persino un arco di vita di ottanta anni è
troppo breve. Nel tempo del mondo spirituale corrisponde a meno di otto ore, e
dal punto di vista dell’eternità è ancora di meno. Perciò, il potere del vero
amore è grande. La velocità del vero amore è talmente grande che va al di là
della nostra comprensione. (205-65, 7.7.1990)
Questo corpo conoscerà la sua fine quando verrà sepolto nella terra il giorno in cui moriremo. Se è così, il giorno in cui il corpo sarà sepolto, questa mente, questa vita, questo cuore, questo ideale e persino questa speranza saranno sepolti insieme a lui? Per rispondere a questa domanda dobbiamo presentare delle idee dettagliate, delle soluzioni ed una prospettiva chiara e utile.
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