La Vita sulla Terra e il
Mondo Spirituale
Capitolo IV
Il Regno dei Cieli
Sezione 1. Comprendere il
Regno dei Cieli
Il luogo dove si trova il
Regno dei Cieli
Secondo la Bibbia, il Regno
dei Cieli è nel nostro cuore. Non è alla fine del mondo, ma nel nostro cuore. In
che tipo di posto abita il cuore? Non abita in un luogo che ospita tutti gli
elementi della morte, ma in un posto che li può superare e che diffonde la
vita.
Il Regno dei Cieli non si
può trovare nel mondo fisico, non è di questo mondo. Perciò comincia dal punto
dove realizziamo i sogni del nostro cuore. Trovare quel posto ci permette di
accogliere il Regno dei Cieli.
Se è così, il Regno dei
Cieli non viene con la fine del mondo, ma piuttosto stabilendo quel punto di
partenza nel nostro cuore; è come il fulcro per equilibrare i piatti di una
bilancia. Lo scopo di una bilancia è raggiungere l’equilibrio, ma parte
pendendo a destra, non a sinistra. Parte pendendo leggermente a destra.
Così il Regno dei Cieli
comincia dal cuore. Ma in che punto del cuore ha origine? Ha origine dal luogo
dove può conquistare il mondo. Anche se il Regno dei Cieli venisse
esteriormente, se i nostri cuori fossero malvagi e non riuscissero ad
armonizzarsi, quel regno sarebbe inutile. Di conseguenza la base su cui
possiamo accogliere il Regno dei Cieli non è qualcosa di esteriore, siamo noi
stessi. Il problema siamo noi. Il pilastro - il fulcro - che può sostenere il
Regno dei Cieli non è il nostro ambiente esteriore, ma il nostro cuore.
I discepoli di Gesù non
capirono la realtà dei suoi insegnamenti. Lavorando per preparare una base di
felicità per Regno dei Cieli futuro, si preoccupavano egoisticamente della loro
posizione. Vedendo questo, Gesù distrusse sostanzialmente questo concetto
sbagliato insegnando che il Regno dei Cieli è nel nostro cuore. Quelli che non
creano il Regno dei Cieli nel loro cuore non potranno dare un contributo al
cielo, anche se sono messi nel suo ambiente. Un cuore irresoluto non può dar
vita ad un’azione perfetta; l’azione perfetta nasce solo attraverso una
determinazione assoluta.
Quindi, ciò che importa è
l’ardore con cui la nostra mente aspira al bene. Mentre desideriamo
ardentemente e ci sforziamo di seguire il corso della bontà storica, dobbiamo
superare le nostre situazioni, non importa quanto siano cosparse di lacrime e
di sangue. Per quanto sia desolato il nostro cammino di lotte, non dobbiamo
evitarlo. Anzi, senza esitazione dobbiamo aprire una strada, pensando a
spezzare le barriere e andare avanti. Il Regno di Dio inizia dalla nostra
risoluzione e determinazione a stabilire un ambiente dove il nostro corpo si
unisce a questo tipo di spirito. Là dove le azioni della mente e del corpo sono
separate, il Regno non esiste. Iniziamo ad avanzare verso il Regno quando la
mente e il corpo sono uniti. Quando agiscono in modo separato, il Regno non si
realizzerà.
In questo senso Gesù insegnò
che il Regno verrà quando raggiungiamo l’indipendenza del carattere per
procedere con la mente e il corpo uniti, liberandoci delle circostanze che ci
farebbero pendere a destra o a sinistra.
Il Regno non viene
attraverso gli sforzi degli altri, ma attraverso i nostri stessi sforzi.
Essendo persone cadute, dovete negare voi stessi. Se io non posso realizzare il
Regno da me stesso, lo farà qualcun altro. E se questo succederà, allora per
raggiungere il Regno, dovrò unirmi a quell’individuo. Dovrò seguirlo e stare al
suo passo. Se andasse verso est, lo dovrei seguire là. Non dobbiamo pensare di
andare a ovest se lui va ad est, o giudicare le sue azioni. Non dev’esserci nessuna
critica. (46-21, 18.7.1971)
Gesù disse che il Regno dei
Cieli è nel nostro cuore. Che tipo di luogo è? È un luogo centrato sull’amore
di Dio - un luogo dove l’ambiente è stabilito attorno all’amore di Dio. Allora,
che tipo di persone vivranno in quel regno? Devono essere quelle che si
armonizzano con l’essenza dell’amore di Dio. Solo queste persone possono andare
là.
Che tipo di persone sono
quelle che entrano in armonia con l’essenza dell’amore di Dio? Le persone
egocentriche non hanno nessun valore. Quelli che sono capaci di dare la loro
vita, tutta la loro devozione e tutto ciò che hanno per il loro partner possono
vivere continuamente nel regno dell’amore di Dio. I grandi uomini e i santi
della storia hanno seguito questa strada. (46-36, 18.7.1971)
Il cristianesimo e il cielo
Anche se le persone vanno in
chiesa per cento anni, se hanno lo stesso una mente egocentrica non andranno
mai in cielo Non possono ottenere la salvezza. Dobbiamo sapere che tipo di
religione è una religione vera, che tipo di persona è una persona vera e che tipo
di nazione è una nazione vera. (78-117, 6.5.1975)
Nel mondo spirituale vedrete
che i martiri che sono morti per andare in cielo, in realtà non ci sono andati.
D’altra parte, ci sono stati dei martiri che hanno saputo pensare: «Il Padre
Celeste ha percorso un cammino di sofferenza e ha versato lacrime per me. Io
seguirò qualunque strada per restituirGli la Sua grazia», e poi sono morti
dicendo: «Sono grato di questo momento di gloria che mi permette di partecipare
alla restituzione di questa grazia»; solo questi martiri sono potuti entrare in
cielo. Queste persone non sono morte per loro stesse, ma per il cielo e la
terra. Se pensate: «Io morirò così per andare in cielo» è come morire per voi
stessi. Le persone cadute non possono mai entrare in cielo mettendo al centro
se stesse. (41-353, 18.2.1971)
La Bibbia afferma: «Amerai
il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta
la tua mente. Questo è il primo comandamento». Chi non osserva questo
comandamento non può andare in cielo.
Qual è il secondo
comandamento? È «Ama il prossimo tuo come te stesso». Quelli che amano prima
Dio e poi il prossimo sono dei figli devoti. (198-258, 4.2.1990)
È possibile andare in cielo
semplicemente credendo in Gesù, come dicono tanti cristiani? Gesù stesso deve realizzare l’ideale del
partner d’amore. Gesù può realizzare il vero amore da solo? Nemmeno Dio
potrebbe farlo. Per questo Gesù deve ritornare. Lo farà venendo sulle nuvole?
La nazione che può meditare sulla realtà presente e capirla mi seguirà.
(176-209, 9.5.1988)
Oggi tanti cristiani pensano
che si salveranno e andranno in cielo credendo in Gesù; dicono che ognuno va in
cielo individualmente. Solo poche persone dicono di voler portare in cielo con
loro il padre e la madre. Da ora in poi, la religione non deve insegnare solo
la salvezza individuale. Una vera religione, fondata da Dio, deve potersi
mantenere universale fino alla fine. La religione che tutta l’umanità desidera
sarà quella che afferma che Dio non vuole che solo gli individui entrino in
cielo. Deve insegnare che il cielo non è solo per gli individui, ma anche per i
loro genitori. Quando questo pensiero sarà presentato anche ai capi tribù ed
essi lo capiranno, tutti li seguiranno in cielo. (41-341, 18.2.1971)
Gesù e il paradiso
I cristiani dicono: «Credete
in Gesù e andrete in cielo», ma chi ci andrà? Saranno gli individui da soli?
Finora, non c’è stata nessuna religione che ha insegnato ad andare in cielo
insieme ai propri genitori e alla propria famiglia. Le religioni che sono
esistite fino ad ora hanno dato la priorità alla salvezza individuale, ma deve
emergere una religione che insegna che la famiglia entra in cielo. Solo quando
emerge il concetto della salvezza familiare, le porte del cielo si possono
aprire. Le religioni che esistevano in passato erano religioni per la salvezza
individuale; potevano essere paragonate ad uno che si arrampica su una corda da
solo. Per questo il mondo religioso metteva l’accento sul celibato. Avere una
famiglia era come avere dei nemici. In questo senso Gesù disse che i membri
della nostra famiglia sono i nostri nemici.
Una volta arrivati in cima,
bisogna dominare la terra. Gli uomini e le donne singoli devono partecipare
alla cerimonia della Benedizione. Originariamente il Regno dei Cieli era il
luogo in cui sarebbero entrati i figli e le figlie di Dio dopo essersi sposati
e aver ricevuto il Suo amore - il luogo che l’umanità non caduta avrebbe dovuto
stabilire fin dall’inizio.
Gesù andò nel mondo
spirituale da solo. Ecco perché è andato in paradiso anziché nel Regno dei
Cieli. Il Paradiso è l’anticamera del cielo, non il Regno dei Cieli ideale dove
le coppie entrano insieme con i membri della loro famiglia. Per questo Gesù
deve ritornare per incontrare la sua sposa, formare una famiglia e un popolo e
portarli in cielo. A questo scopo, Dio ha fatto rimanere Gesù in paradiso.
Perciò Gesù deve tornare di nuovo nel mondo, preparare una base interiore
fondata sui principi celesti e poi entrare in cielo. Queste cose non si possono
fare a casaccio o a lume di naso.
In futuro, vostro padre e
vostra madre saranno salvati. La religione che può portare tutte le famiglie in
cielo e insegnare a tutti la via della salvezza può stabilire la nazione. Non
si può stabilire la nazione come individui. Di conseguenza il cristianesimo non
ha una sua nazione, ma è una religione in cui uomini e donne non sposati creano
delle comunità. Avete incontrato i preti
e le suore cattoliche, non è vero?
In questo mondo ci sono
tanti paesi dove vivono i cristiani, ma non ce n’è nessuno dove il sovrano è un
leader cristiano, un sacerdote o un pastore. C’è una netta distinzione fra le
due cose. Il cristianesimo è una nazione spirituale. Poiché non avevano una
loro nazione sulla terra, un grandissimo numero di cristiani sono stati uccisi.
Se avessero avuto una loro sovranità nazionale, questa li avrebbe protetti
impedendo che fossero uccisi, ma poiché non l’avevano, sono stati dispersi e
condotti alla morte. In futuro dobbiamo unire insieme tutti i cristiani del
mondo, e conquistando quella sovranità nazionale, dobbiamo trovare la nostra
famiglia, la nostra nazione e il nostro mondo. Ecco cosa devono fare i
cristiani. (41-346, 18.2.1971)
Dio e Gesù non hanno mai
trovato, nemmeno una volta, una persona la cui carne e il cui spirito erano
uniti, e che Dio poteva amare completamente. Ecco perché Gesù sta ancora
pregando in paradiso. Perciò dobbiamo conoscere l’amore di Dio che cerca di
abbracciare completamente il nostro spirito e la nostra carne. In quel regno
dobbiamo poter governare tutta la creazione, avendo realizzato il nostro dovere
morale di figli di Dio. Dovete capire che quel mondo è il mondo della sovranità
e il giardino del riposo che Dio desidera restaurare. Ritornando al problema
dell’individuo, noi che siamo destinati a percorrere la via della
restaurazione, dobbiamo andare alla ricerca di una nuova verità. È giunto
questo tempo. In futuro, il problema della vera visione della vita e
dell’universo diventerà un tema di attualità. (5-49, 14.12.1958)
Come mai Gesù non è andato
nel Regno dei Cieli? Dio creò il cielo per le persone che non erano cadute. Le
persone possono entrare in cielo solo quando hanno realizzato il modello
originale del Principio. Gesù voleva salvare l’umanità caduta, essere insieme
alla sua sposa nella posizione di Adamo ed Eva non caduti come genitori
dell’umanità, ed entrare in cielo con i suoi figli. Invece venne da solo e se
ne andò da solo. Non ebbe figli, e così non entrò in cielo ma in paradiso. Sta
aspettando di entrare in cielo.
Per questo Gesù deve
ritornare e trovare la sua sposa. Originariamente nel Giardino di Eden Adamo ed
Eva si sarebbero dovuti sposare e sarebbero dovuti entrare in cielo. Anche se i
progenitori dell’umanità sono caduti, rimane ancora questo principio, per cui
Gesù deve tornare per farlo fiorire. Essendosene andato da solo, Gesù non è
potuto entrare in cielo. Gesù deve tornare per sciogliere quello che è stato
legato sulla terra. Solo allora potrà andare in cielo. Questo è in linea con
quanto afferma la Bibbia, che quello che è stato legato sulla terra deve essere
sciolto sulla terra. (41-299, 17.2.1971)
Se non fosse stato per la
caduta, il cielo sarebbe stato un luogo in cui il figlio e la figlia unigeniti
di Dio sarebbero andati dopo aver creato la famiglia di Dio ed essere vissuti
nel Suo amore. Si deve entrare in cielo come famiglie non come individui.
Poiché Gesù non formò la sua famiglia, non entrò in cielo ed è nella sala
d’aspetto, cioè il paradiso, un luogo di preparazione per entrare in cielo.
In questo senso il cielo è
vuoto. Noi capiamo che la provvidenza di Dio per la restaurazione è stata una
storia dolorosa. Dio perse Adamo ed Eva, ma non si trattò semplicemente della
perdita di due individui. La perdita di Adamo ed Eva significò la perdita
dell’intero clan. Il clan si sarebbe espanso per diventare un popolo, una
nazione e il mondo, ma tutte queste cose furono perdute. Perciò, perdendo
Adamo, Dio perse il Suo regno centrato sulla sovranità del cielo, perse la
razza e la tribù celeste, e l’uomo e la donna celesti - il Suo figlio e la Sua
figlia unigeniti. (143-25, 15.3.1986)
Anche se le persone vanno in chiesa per cento anni, se hanno lo stesso una mente egocentrica non andranno mai in cielo
RispondiEliminaNon possono ottenere la salvezza.
Dobbiamo sapere che tipo di religione è una religione vera, che tipo di persona è una persona vera e che tipo di nazione è una nazione vera. (78-117, 6.5.1975)
Nel mondo spirituale vedrete che i martiri che sono morti per andare in cielo, in realtà non ci sono andati.
RispondiEliminaD’altra parte, ci sono stati dei martiri che hanno saputo pensare: «Il Padre Celeste ha percorso un cammino di sofferenza e ha versato lacrime per me. Io seguirò qualunque strada per restituirGli la Sua grazia», e poi sono morti dicendo: «Sono grato di questo momento di gloria che mi permette di partecipare alla restituzione di questa grazia»; solo questi martiri sono potuti entrare in cielo.
Queste persone non sono morte per loro stesse, ma per il cielo e la terra. Se pensate: «Io morirò così per andare in cielo» è come morire per voi stessi. Le persone cadute non possono mai entrare in cielo mettendo al centro se stesse. (41-353, 18.2.1971)